LECCO – “Le castagne sono tornate ad essere una realtà importante e presente anche qui sul Lario” ricorda il presidente della Coldiretti Como LeccoFortunato Trezzi, al via della raccolta di quello che un tempo era il “pane dei poveri”. I boschi dedicati a castagneti — svela la Coldiretti interprovinciale — sul Lago di Como supera i 220 ettari. Addirittura, il comasco, con i suoi 143 ettari, si attesta al secondo posto tra le province dell’intera Lombardia, dopo Brescia. A Lecco, invece, sono 81 gli ettari di bosco dedicati a questa specialità autunnale.

“Per le castagne — prosegue il presidente Trezzi — sembrava essersi abbattuta la scure del cinipide, un parassita di origine asiatica che ne aveva diminuito esponenzialmente il volume produttivo negli ultimi anni, invece, grazie anche alla lotta biologica messa in atto dagli agricoltori, questo problema sembra essere in fase di superamento. L’importanza di questo tipo di contrasto agli organismi alieni, che infestano le nostre colture, è fondamentale per mantenere inalterata e di alto livello la salubrità dei prodotti agroalimentari, vero e proprio baluardo del Made in Italy”.

Il cinipide è stato sconfitto grazie all’introduzione del torimide, un insetto antagonista, anche lui orientale, che distrugge le uova del parassita e poi si autoestingue quando non ci sono più gli imenotteri di cui si nutre. Così, quest’anno, la produzione a livello regionale dovrebbe sfiorare il milione di chili per oltre 30 milioni di castagne che verranno raccolte sino alla fine del mese, a seconda delle varietà e della posizione.

“Le prime castagne hanno iniziato a cadere già settimana scorsa, il grosso della raccolta lo si farà in questi giorni — racconta Dario Piazzi, 39 anni, produttore agricolo di Dosso del Liro (Co) —. Ho un castagneto di un ettaro e le piante sono cariche, prevediamo una raccolta lievemente migliore in termini quantitativi, rispetto la stagione passata”. Dati incoraggianti arrivano anche dall’aumento dell’estensione dei boschi che, sottolinea Coldiretti, in Lombardia negli ultimi 10 anni sono passati dai 385 ettari del 2006 ai quasi 900 attuali.

La castagna — conclude la Coldiretti — è per la montagna quello che la zucca è per la pianura, un frutto della terra che può essere usato in mille modi: dagli gnocchi ai dolci, dalla polenta alle confetture. Oppure tagliate e cotte sul fuoco come le caldarroste. Il miele di castagno è indicato per le infiammazioni della bocca e della gola. Dal punto di vista nutrizionale, la castagna oltre a essere una riserva naturale di energia in vista dei freddi invernali, possiede anche sali minerali, ferro, vitamina B, fosforo e acido folico. I prezzi al dettaglio nella grande distribuzione per adesso oscillano, a seconda della varietà, fra i 5 e gli 8 euro al chilo.