VARENNA – La rotatoria nella galleria all’incrocio tra viale Polvani e la sp 72 non si farà, almeno per ora. Lo ha deliberato la giunta condividendo la determina dell’architetto Rocco Cardamone, responsabile dell’ufficio tecnico di Varenna. Sono stati, dunque, annullati in autotutela gli atti di gara che presentavano diverse irregolarità e difformità rispetto a quanto previsto dalla base di gara; ad esempio: nel progetto vincitore del bando la rotonda era prevista all’imbocco della galleria e non al suo interno come, invece, stabilito nella base di gara.

Una decisione presa dopo un percorso durato mesi, nel corso dei quale l’Amministrazione in carica, ha esaminato con estrema cura ed attenzione tutta la relativa documentazione prodotta nel corso del precedente mandato amministrativo – spiegano dal Comune -. L’approfondito studio dei fascicoli, degli atti amministrativi e delle procedure seguite hanno fatto emergere innumerevoli illegittimità e irregolarità che hanno indotto l’Amministrazione ad assumere questa radicale decisione. Un atto dovuto quindi a tutela degli interessi dei cittadini-contribuenti e più in generale della legalità alla quale occorre sempre guardare nella gestione della “cosa pubblica”. 

Entrando nello specifico e lontani dal voler tediare l’opinione pubblica con una serie di disquisizioni tecnico-giuridiche, per quanto rilevanti, si riassumono di seguito le maggiori e più gravi manchevolezze:
1. il progetto selezionato dalla commissione di gara, con rotatoria all’imbocco della galleria, era completamente difforme da quello, totalmente in galleria, posto a base di gara come deciso dallo stesso Comune di Varenna;
2. il progetto era difforme anche dalle previsioni del Piano di Governo del Territorio, le cui tavole grafiche indicavano chiaramente la posizione della rotatoria a circa 70 metri dall’imbocco della Galleria;
3. l’evidente difformità ha indotto la precedente Amministrazione Comunale a convocare una nuova conferenza dei servizi per approvare il diverso progetto presentato dall’impresa;
4. il progetto selezionato offriva quindi una soluzione, oltre che diversa da quella richiesta, anche più semplice dal punto di vista costruttivo (anche un osservatore privo di specifiche competenze comprende come sia più difficile e costoso operare in galleria, piuttosto che a cielo aperto);
5. il progetto selezionato prevedeva, inoltre, una rotatoria avente un diametro di 22 metri, quindi più piccola rispetto al diametro di 26 metri del progetto a base di gara;
6. nonostante la semplificazione costruttiva e la riduzione del diametro, decisa arbitrariamente dal proponente, l’opera risultava la più costosa tra le offerte pervenute in fase di gara;
7. i lavori, inspiegabilmente, venivano aggiudicati in modo precipitoso e senza che venissero recepite le rilevantissime prescrizioni di Rete Ferroviaria Italia e della Soprintendenza, i cui costi non sono mai stati calcolati al fine di inserirli nel progetto;
8. ci si è trovati, pertanto, al cospetto di un appalto affidato, ancora prima di calcolare in modo completo tutti i costi dell’opera, con l’evidente paradosso di avere approvato un progetto definitivo (quello esecutivo non è stato mai approvato proprio per questi motivi), firmato un contratto ed iniziati i lavori, senza preoccuparsi minimamente di queste gravi carenze;
9. da ultimo, il contratto sottoscritto il 15 aprile 2016 tra Comune ed Impresa, è da ritenersi nullo poiché non ha osservato le disposizioni in materia di contratti pubblici che richiedono la procedura digitale/telematica.

Alla luce di queste irregolarità è risultato inevitabile e doveroso assumere la determinazione di annullamento degli atti di gara, con una decisione che restituisce legalità e trasparenza all’iter di una infrastruttura verso la quale l’attuale Maggioranza continua a guardare con interesse, purché siano salvaguardati i seguenti principi politici, semplici ma basilari:
– l’iter amministrativo dovrà svolgersi nella legalità e nella trasparenza, nell’esclusivo interesse del Comune di Varenna;
il finanziamento dell’opera dovrà coinvolgere anche Enti superiori, onde evitare – come è successo in questo caso – che i soli cittadini di Varenna debbano assumersi l’ingente costo di quest’opera, indebitandosi per decenni.