Massimo Cacciari, uno tra i più importanti filosofi italiani contemporanei, da sempre ha intrecciato la sua vita accademica e, si potrebbe dire, “contemplativa”, alla prassi politica attiva. Venerdì scorso, 17 aprile, il professore ha tenuto una conferenza al Liceo Classico “Scipione Maffei” di Verona e Il Fascino degli Intellettuali ha colto l’occasione per porgli alcune domande.

Intervista di Costanza Motta 

In un mondo come quello in cui viviamo oggi, dove viene propugnata la cultura scientifica e tecnico-tecnologica e discapito della cultura umanistica, che senso ha studiare ancora le materie classiche ed umanistiche? Questa cultura, quella umanistica, e in particolare il pensiero greco, possono aiutarci a uscire dalla crisi socio-politica ed etica in cui siamo immersi? In che modo?

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Sarò breve: si ignora la cultura umanistica? Può darsi che una pianta possa crescere completamente sradicata, ma quello che è certo è che si parlerebbe senza sapere quello che si dice. Voi parlate costantemente di uguaglianza, di legge, di giustizia. Ma sapete cosa dite? Se non avete la minima idea del pensiero classico, degli autori classici, voi non siete dei parlanti ma dei parlati. Voi credete di parlare, ma in realtà la lingua parla in voi, perché ripetete termini ignorandone il significato, la radice. Ignorate il significato non solo in modo linguistico, ma in modo semantico. La conoscenza di questi autori vi dà questa arma: riuscire a dare ragione di ciò che dite. Credo che questo dia una certa superiorità.

Voi dovete essere gli “àristoi”: una persona che fa un percorso di studi umanistici deve avere in mente di diventare àristos, ovvero il migliore. Solo così si può fare del bene alla democrazia. Non so se sia chiaro perché siete democratici. Probabilmente non lo è, poco importa: ormai sono democratici tutti! Ma perché siete democratici? Perché non siete per la monarchia assoluta? Eppure il re Sole era bravo. Qual è il motivo per cui non volete il re Sole?

Io sono democratico perché credevo che, attraverso il mio voto e attraverso il ragionamento di sottoporre a critica razionale i programmi che mi venivano presentati, io potessi scegliere i migliori. Noi siamo democratici perché riteniamo di avere la ragione sufficiente e di essere sufficientemente informati e coscienti per scegliere a governarci i migliori. E come si dice “migliori” se non “àristoi”? Quindi, io sono democratico perché sono aristocratico. Voi dovete diventare àristoi e volere che la democrazia sia aristocrazia sul piano del merito, del valore, della conoscenza, della consapevolezzaE qual è la vera “paìdeia”? Secondo me sono gli studi liceali, ed in particolar modo il liceo classico. Nel liceo classico c’è tutto.
C’è poi un secondo aspetto: come volete elaborare una coscienza critica se non attraverso determinate letture e conoscenze? 

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