LECCO – Il Lario non è esente dal pericolo dell’Islam estremista. A sostenerlo è Michele Groppi, ricercatore di politica internazionale nel King’s College di Londra, il quale in uno studio ripreso dalla rivista “Limes” sostiene che anche il territorio lariano, in passato, ha ospitato “sermoni inneggianti l’intolleranza religiosa”, in questo non diversamente dal resto della Lombardia, che per lui rimane “fulcro dell’eversione islamica in Italia” a causa della folta comunità islamica presente.

Uno scenario preoccupante quello che emerge dalle analisi dello studioso italiano, secondo il quale Milano, la Brianza e, dunque, il Lario “rappresentano non solo un fiorente bacino di combattenti, ma sono stati per anni crocevia di funzionari, messaggeri e cellule jihadiste”.

Grazie alle donazioni da parte dei fedeli e dei fondi derivanti da società di copertura e di attività lecite, nella nostra zona si sarebbero raccolti fondi per finanziare le attività dei combattenti dell’Isis in Siria. Addirittura, evidenzia lo studioso, ben otto dei tredici piani d’attacco registrati in Italia dal 2001 a oggi erano diretti a Milano o realtà vicine.

“Zone del Varesino e del Comasco – si legge nella relazione di Groppi – hanno ospitato sermoni radicali inneggianti alla violenza e all’intolleranza religiosa. Anche se le realtà radicali sono in netta minoranza all’interno della comunità islamica. Della dozzina di cittadini italiani neoconvertiti partiti per la Siria o desiderosi di divenire foreign fighters, almeno quattro vengono dalle zone di Milano, Cantù e del Lago di Como ”.

Abbastanza per suscitare le preoccupazioni del deputato della Lega Nord Nicola Molteni, che ha chiesto al Ministro dell’Interno Angelino Alfano di prendere contromisure adeguate nell’imminenza dell’avvio di Expo.

S. T.