Le associazioni ambientaliste Legambiente, Wwf, Cros Varenna e Orma hanno chiesto, nella conferenza di servizi convocata il 26 aprile dal Comune di Colico, che il procedimento di approvazione del progetto di nuovo ponte ciclopedonale sul fiume Adda sia archiviato in favore di altra soluzione.

E bene ricordare che si tratta di un’opera finanziata con circa 2 milioni e mezzo di denaro pubblico e il cui costo è destinato ad aumentare per l’impennata dei prezzi dei materiali.

Il ponte non è previsto nel Piano della Riserva. La deliberazione del Consiglio regionale della Lombardia n. 1913 del 6.2.1985 vieta di costruire manufatti, nuove strade e di trasformare quelle esistenti salvo che non siano previsti dal Piano della Riserva. È mancato il necessario confronto con l’Ente gestore della Riserva durante le fasi di approfondimento e definizione progettuale con particolare riguardo alle scelte localizzative e tipologiche. Il ponte non è inserito nei PGT di Colico e di Gera Lario.

La connessione tra i percorsi ciclopedonali esterni (Valtellina, Val Chiavenna, Lario occidentale) non deve essere confusa con la mobilità nel territorio della Riserva che necessita della definizione di un Piano oggi inesistente. Il nome del progetto “Passerella ciclopedonale per il collegamento del sentiero Valtellina alla Riserva naturale del Pian di Spagna” non è corretto: l’esigenza principale è assicurare a pedoni e ciclisti l’attraversamento sicuro del fiume, non l’ingresso nella Riserva.

Esistono una strada statale e un ponte stradale-ferroviario ed è in relazione a queste infrastrutture che bisogna cercare la connessione tra i percorsi sopranominati laddove interferiscono con il territorio della Riserva.

La Riserva del Pian di Spagna è protetta da Regione Lombardia e, inserita nella Rete Natura 2000 per la tutela della biodiversità, è una Zona di Protezione Speciale (ZPS) prevista e regolamentata dalla direttiva comunitaria “Uccelli” ed una Zona Speciale di Conservazione (ZSC) ai sensi della Direttiva Habitat, oltreché “Zona umida” ai sensi della Convenzione di Ramsar.

Deve prevalere la necessità di salvaguardare il territorio da ogni fonte di disturbo che può derivare dall’apertura di canali di ingresso all’area protetta.

L’opera progettata non ha rapporto con il paesaggio naturale e storico del Pian di Spagna, è una struttura “eccessiva” che si dovrebbe ergere per ben 28,5 metri sopra il piano di campagna, con un grave impatto dei terrapieni e delle rampe sugli argini, interrompendo la linea dell’orizzonte.

Occhi sul Pian di Spagna