ESINO LARIO – Continuano le perplessità circa la messa in vendita del Comune di Esino Lario da parte del sindaco Pietro Pensa che, per far fronte alla crisi del piccolo paese dovuta principalmente allo spopolamento, ha deciso di vendere tutto quanto è pubblico all’interno del territorio comunale, dalle panchine al parco giochi fino al palazzo del municipio. Una scelta sicuramente forte, ma anche discutibile, tanto che in meno di 24 ore ha già ricevuto parecchie critiche da parte di altri amministratori locali e non solo. Qui di séguito la lettera di una rappresentante del mondo delle associazioni, Pinuccia Nasazzi presidente di “La Verbena”.

Mi chiamo Pinuccia Nasazzi, nativa di Esino Lario, ieri ho esordito da sola denunciando la mia indignazione nei confronti dello scherzo del sindaco di Esino Lario, il quale ha deciso con la sua amministrazione di mettere  in vendita il paese.

Sono la presidente di una piccola associazione denominata “La Verbena”. Tuttavia con il mio articolo “Un colpo al cuore” ho parlato solo a nome personale, poiché la mia associazione non si occupa di politica.

Ieri ho ricevuto molte telefonate di anziani soli ed angosciati per i cartelli in cui una amministrazione comunale ha avuto lo sfregio di quantificare in denaro il frutto di tesori inestimabili, patrimoni creati in qualche millennio di lavoro e sacrificio umano. Questi anziani che hanno bussato alla mia porta non accedono ad Internet, erano davvero angosciati, per me non è stato facile rassicurarli. Per strada ho incontrato una bambina che mi ha chiesto se avevo quindicimila euro per comprare il parco giochi, la bimba piangeva e mi ha chiesto se eravamo in guerra, come mai il sindaco stava vendendo il paese.

A nome di queste fragilità del mio amato paese, profondamente indignata dello sfregio che un sindaco con la sua amministrazione ha osato fare ad un paese che non è nemmeno il suo, a nome di chi questa notte come me non ha dormito, chiedo al sindaco di Esino Lario come si è potuto permettere di usare la sua firma di pubblico ufficiale, nonché il logo del comune per un macabro scherzo al paese.

Leggo nel suo comunicato che il suo gesto voleva denunciare “l’essere lasciati soli a lottare contro lo spopolamento”. Vorrei ricordare al sindaco che molte volte come presidente della Verbena l’ho invitato a presenziare alle feste con i nostri anziani, mi ha risposto che nonostante i suoi capelli bianchi la parola anziani gli provocava disagio, la parola… figuriamoci le persone anziane. Il sindaco nel 2018, per ben due volte, mi ha negato l’udienza, non rispondendo alle mie richieste di un incontro dove parlare degli anziani e della loro solitudine, in un paese già isolato di suo.

Dunque chi è lasciato solo in questo paese?

In questi quattro anni di mandato dell’attuale amministrazione comunale, non ho mai sentito una volontà di creare l’unione dei piccoli comuni, già realtà in molti paesi della zona.

Io Pinuccia Nasazzi, a nome di queste fragilità chiedo al sindaco con la sua amministrazione, che i cartelli dello sfregio siano rimossi immediatamente, inoltre chiedo al sindaco di rendicontare al popolo chi ha sostenuto le spese di questa macabra operazione, che non è stata di certo economica.

Pinuccia Nasazzi