PERLEDO – La recente ricorrenza del santo patrono di Perledo, S. Martino, coincide con l’inizio di un nuovo capitolo per il Piccolo Museo di Perledo (Perleidus.org): si avvia un lungo e appassionante processo di ricerca. Questa iniziativa, coordinata dal museo, mira a esplorare le radici storiche e culturali dell’emigrazione della Val d’Esino e tende a promuovere il Turismo delle Radici sul Lago di Como.

“Lo stimolo all’avvio di questa iniziativa – afferma Renato Ongania, alla guida del piccolo museo di Perledo – è da ricondurre alla notizia di uno stanziamento pubblico di 1,7 milioni di euro ‘per i fiori di Villa Monastero’ (giardino botanico), ricavati dal Pnrr. Tale abominio non può lasciarci indifferenti. Le politiche pubbliche in una democrazia compiuta dovrebbero indicarci le modalità per la creazione del Bene Comune. Ma gli extra-profitti che deriveranno dai maggiori incassi di Villa Monastero negli anni a venire, a cosa saranno destinati? Ancora: di fronte a una gestione sconsiderata dei fondi pubblici che impatteranno sulle generazioni ora in età scolare, palesano solo inadeguatezze al ruolo. Anziché limitarci ad una semplice lamentela per l’ardire di tali figuri, vogliamo contrapporre un investimento umano in ricerca, di microstoria, del tutto gratuito, non finanziato con i denari pubblici; non ci aspettiamo di produrre mezzo milione di turisti, i record del turismo di massa sono utili solo per i politicanti che debbono così giustificare il loro ruolo. Le nostre intenzioni sono molto più modeste: vogliamo aggiungere un poco di valore alle vicende umane legate all’emigrazione che ha interessato i nostri antenati, ricostruire quelle storie, poco alla volta, senza alcuna fretta. Anche se non saremo stati capaci di fregare l’Europa con progetti che di tutta evidenza non sono né strategici, ne tantomeno prioritari, ci resta la consolazione che questa iniziativa avrà la caratteristica della decenza e non verrà sprecato un solo euro di soldi pubblici.”

Il Turismo delle Radici è un settore affascinante e poco esplorato, che si concentra sull’emigrazione dell’Ottocento che ha coinvolto i Comuni di Perledo, Varenna, Esino Superiore ed Esino Inferiore nella Val d’Esino. Questo fenomeno ha avuto un impatto significativo sulla vita di molte persone e delle loro famiglie, eppure rimane ancora poco conosciuto. Tuttavia, sempre più spesso, i discendenti di questi emigrati (per la gran parte statunitensi) desiderano riscoprire le loro origini e intraprendono viaggi culturali per visitare i nostri piccoli paesi.

“A me è già capitato di dover fare da cicerone a ‘parenti’ argentini – commenta Ongania – ed è stato un vero privilegio poter mostrare loro le nostre bellezze locali, accompagnarli alla Chiesa di San Martino e introdurli in quel mondo affascinante delle nostre frazioni”.

Nella nota, il Piccolo Museo informa che il processo di ricerca che sta per iniziare si concentrerà su diversi filoni, che rappresentano le famiglie e le storie degli emigrati. Tra questi filoni di ricerca troviamo:

  • La famiglia Dellamano, che si è stabilita a Collinsville, un centro carbonifero nell’Illinois, vicino a St. Louis. Antonio Dellamano di Gisazio, originario di Perledo, che si è trasferito a Boston (qualcuno ricorderà l’approfondimento con l’invenzione del Sugo Albiga).
  • Giovanni Battista Silvestro Festorazzi, nato a Regolo nel 1819, che si è arruolato nell’esercito confederato durante la Guerra Civile Americana. Sylvester Festorazzi divenne console italiano e morì nel 1897 a Mobile, in Alabama.
  • La famiglia Fumeo, che si è stabilita a Boston.
  • Gli Ongania di Regolo, che si sono trasferiti a New York e Buenos Aires, e da cui è nato il futuro presidente dell’Argentina, Juan Carlo Onganìa.
  • I Maglia, oggetto di studio nel libro di Valerio Ricciardelli “Storia e genealogia dei Maglia Maia”.
  • I Maresi, che si sono stabiliti a New York.
  • I Tagliaferri di Regoledo, che si sono trasferiti a New York.
  • I Vergottini, che si sono stabiliti a Boston.

“Questi filoni di ricerca – conclude Ongania – rappresentano solo l’inizio di un percorso che si preannuncia lungo e ricco di scoperte. Il Piccolo Museo di Perledo si impegna a coinvolgere la comunità locale, gli studiosi e gli interessati nella valorizzazione di queste storie e tradizioni, creando un museo diffuso che coinvolga numerosi luoghi e attrazioni turistiche.

Il museo invita tutti coloro che sono interessati a partecipare a questo affascinante viaggio nel passato e a contribuire con le proprie conoscenze e storie personali. Questa ricerca, che si prevede potrà durare molti anni, sarà un’opportunità per approfondire la comprensione delle radici per promuovere un turismo basato sulla scoperta delle proprie origini.

Per entrare a far parte del gruppo di lavoro sul Turismo delle Radici, si può inviare una mail al Piccolo Museo di Perledo (info@perleidus.org).